Navelli
Descrizione
Le prime testimonianze nel territorio si fanno risalire ai Vestini che si stanziarono nell'altopiano sin dal VI secolo a.C. A questo periodo si fa risalire la nascita di Incerulæ, sul luogo dell'attuale chiesa di Santa Maria in Cerulis, e Benateru, sul luogo della scomparsa chiesa di Santa Maria de Benateru, nei pressi di San Benedetto in Perillis; i due vici erano posti rispettivamente ai margini nord e sud della vallata, sulla via Claudia Nova che congiungeva Peltuinum con Aufinum. A testimonianza della presenza di Incerulæ rimane oggi una vasta necropoli e un'iscrizione in dialetto vestino — conservata nel Museo archeologico nazionale di Napoli e databile al III secolo a.C. — che cita un tempio italico dedicato a Hercules Iovius proprio in corrispondenza dell'odierna Santa Maria in Cerulis.
A partire dal VI secolo, il territorio cadde nelle mani dei longobardi che lo ricompresero nel Ducato di Spoleto. La prima menzione dell'abitato, denominato «Cerule» in assonanza alla precedente città, si evidenzia nel Chronicon Vulturnense ed è databile al 787. Navelli sorse in epoca altomedievale (VIII-X secolo) dall'unione di più villaggi, nove secondo la tradizione e ciascuno dei quali associato ad una chiesa: Villa del Piano (chiesa di San Savino), Piaggia grande (chiesa di San Pelino, oggi di San Sebastiano), Piaggia piccola (chiesa di San Girolamo), Cerule (chiesa di Santa Maria in Cerulis), Sant'Angelo (chiesa di Sant'Angelo), Turri (chiesa di Sant'Eugenio), Villa dei Pagani (chiesa di San Giovanni), Villa del Colle (chiesa di San Salvatore), Villa di Santa Lucia (chiesa di Santa Lucia). A tale evento si fa risalire l'antico nome del paese, Novellum, che secondo la leggenda fu trasformato poi nell'attuale in omaggio alle crociate.