
Montorio al Vomano
Descrizione
Dai manoscritti dell'Antinori risulta che già nel 1173 Montorio era feudo di Guillelmo, fratello del conte de Aprutio[6]; con gli Angioini fu dominio di Riccardo De Beauvoir (de Bellovidere) e quindi di Matteo II Del Plessis intorno al 1284, marito della figlia Luisa De Beauvoir. Alla morte di costui nel 1293 fu posseduto da Adamo De Dussiaco arcivescovo di Cosenza e cancelliere del regno, passando poi nel 1304 a Gilberto De Saltay, ciambellano regio. Acquistato dalla città di Teramo, fu ceduto nel 1337 a Carlo d'Artus, morto il quale nel 1346 passò con titolo di contea, insieme ad altri feudi, nelle mani della famiglia aquilana dei Camponeschi che terranno la contea anche per buona parte del XV secolo con una breve pausa tra XIV e XV secolo quando se ne attesta il passaggio agli Acquaviva.
Si è a lungo ritenuto, sia pure erroneamente, che il centro abruzzese sia stato teatro della storica battaglia di Montorio, avvenuta il 7 o 8 maggio 1486 nell'ambito della congiura dei baroni. Tale erronea attribuzione si riscontra per la prima volta in ordine di tempo nel testo La congiura de' baroni del Regno di Napoli contra il re Ferdinando primo di Camillo Porzio, risalente al 1565. Essa viene ripresa nel lavoro di Muzio Muzii[8] (scritto nel 1596) e in quello di Niccola Palma[9] (redatto a partire dagli inizi del XIX secolo e pubblicato tra il 1832 e il 1836). La storiografia moderna sulla base di nuove risultanze e dispacci dell'epoca è tuttavia concorde nel collocare l'evento bellico nell'omonima località di Montorio, frazione del comune di Sorano nell'attuale provincia di Grosseto.[10][11][12] Va inoltre sottolineato come un altro cronista del XVI secolo, Scipione Ammirato, avesse già evidenziato nelle sue Istorie fiorentine (scritte avvalendosi dei materiali custoditi nell'Archivio Pubblico di Firenze) l'incongruità della collocazione della battaglia in Abruzzo fatta da Porzio.