
Giulianova
Descrizione
La presenza umana nel territorio di Giulianova è documentata fin da epoca neolitica e il ritrovamento di resti e ruderi di antichissime origini certificano l'esistenza di un nucleo abitato (probabilmente col nome di Batinus) che ebbe vita e civiltà più antiche della stessa capitale del Pretuzio (Interamnia, l'attuale Teramo). Giulianova iniziò tuttavia ad avere connotazioni propriamente urbane agli inizi del III secolo a.C., allorché i romani, tra il 289 e il 283 a.C., nell'ambito della conquista dell'Italia centrale ad opera del console Manio Curio Dentato e per bloccare l'influenza etrusca e siracusana nell'Adriatico, analogamente a quanto fatto in seguito con la deduzione di Sena Gallica (Senigallia) e Hatria (Atri), crearono presso le foci del Tordino, nel punto più stretto di collegamento tra Roma e l'Adriatico, a meno di due chilometri dall'attuale centro storico, una nuova colonia, fra le prime del Supremum Mare, denominata Castrum Novum (o Castrum Novum Piceni).
Per l'insediamento fu scelto il pianoro conosciuto come Terravecchia, un piccolo sistema collinare che concludeva verso sud, parallelo alla linea di costa e delimitato a meridione dal fiume Tordino. Da questa conformazione orografica derivò l'urbanistica della città, suddivisa per l'appunto in terrazzamenti, lungo l'asse nord-sud e dunque differenziata dagli schemi tradizionali, che prevedevano un incrocio centrale dei due assi viari principali e un perimetro murario geometrizzato. Quest'ultimo infatti si ipotizza seguisse il ciglio del pianoro, assecondando le difese naturali del terreno. Riguardo alla composizione delle strutture, gli scavi hanno documentato come queste fossero costituite prevalentemente in pietra di fiume e più raramente in calcare, associate a ceramica a vernice nera sovradipinta, d'importazione Meridionale. Seppure la parola Castrum indicasse un castello, un luogo fortificato, la colonia seppe sviluppare, accanto alle originarie funzioni militari, anche quelle proprie di un attivo centro mercantile, specialmente con il Mediterraneo Orientale, e di un nodo di comunicazioni di una certa rilevanza, divenendo col tempo emporio e principale strumento del commercio dell'Agro Pretuziano.