
Furci
Descrizione
Nel paese sono state trovate delle monete e dei monili risalenti ad un periodo compreso tra il I ed il II secolo d.C.. Per il periodo successivo si hanno poche notizie. Del Medioevo si sa che fu concessa in feudo a Odorisio, conte di origine franca.
Il nome deriverebbe da "piccola fortezza", abbreviazione che successivamente si concretizzò in nome. Una leggenda vuole che tre fratelli, uno di Monteodorisio, uno di Furci e l'altro di Palmoli, si unirono insieme per creare un triangolo di torri-castello nel IX secolo, onde impedire le scorrerie saracene. Per tutto il XII secolo Furci fece parte della contea di Loreto Aprutino; prima faceva parte dei feudi del monastero benedettino di Sant'Angelo in Cornacchiano nel territorio di Fresagrandinaria, uno dei monasteri benedettini sorti nell'area del Trigno-Sinello insieme al monastero di Paglieta, Palmoli e Pollutri, tutte grance delle più ampie abbazie di Santo Stefano in Rivomaris a Casalbordino e San Salvo del Trigno.
Nel 1316 lo storico Anton Ludovico Antinori riferisce, nella Corografia degli Abruzzi, che il possessore di Furci era Pietro di Grandinato; poi Furci passò a Gentile di Grandinato, cadetto di Carlo I d'Angiò, signore anche di Acquaviva, Castelletto, Pollutri, Salavento (San Salvo) e Sant'Anzuino. Nel 1324-1325 le chiese di Furci erano sotto la diocesi di Chieti, pur pagando le decime al monastero di Sant'Angelo. L'abbazia, come ha dimostrato lo storico Davide Aquilano, sorse sopra un tempietto votivo presso il tratturo Centurelle-Montesecco e fino al XIII secolo era a capo di un vasto nucleo territoriale comprendente le grance di San Nicola di Canale di Pollutri, Furci, Moro e Santa Maria del Monte di Castiglione Messer Marino, Roccaspinalveti, Fraine e Tufillo.