Frisa
Descrizione
Alcuni reperti di epoca romana attestano che il territorio di Frisa era abitato già in antichità, tuttavia le prime documentazioni letterarie risalgono all'XI secolo quando il territorio di Frisa fu possesso di Trasmondo III, conte di Chieti, che lo aveva ricevuto in dote dalla moglie, effettiva feudataria del territorio[6]; ella nel 1055 con atto di donazione testamentaria cede il castello di Frisa con la chiesa di Santa Lucia al monastero di S. Benedetto di Montecassino, ma il Conte suo marito, contrario, lo occupa, per poi concederlo ai Cassinensi due anni più tardi, su intercessione del papa Vittore II. Nel 1097 è ancora compreso tra i beni dell'abbazia cassinense, come attesta la bolla di conferma inviata da papa Urbano II all'allora abate Oderisio, e lo è ancora nel 1105 in altra bolla allo stesso abate da parte del papa Pasquale II.
La più antica frazione di Frisa è Guastameroli di cui si hanno notizie sin dall'XI secolo in un atto di compravendita risalente all'anno 1087 tra l'abbazia di San Giovanni in Venere, che la riceve, e la diocesi di Chieti, che la cede, ove la frazione viene citata come "Lo Vasto Meruli".
All'inizio del 1400 il borgo divenne feudo della città di Lanciano, mentre nel 1425 fu dei Caldora indi dei Cotugno ma poi, per l'estinzione di questa famiglia, passò al demanio regio. Nei vari conteggi dei fuochi, Frisa contò 62 fuochi nel 1447, 55 nel 1601 e 67 nel 1737. Dal 1657 fino all'estinzione delle feudalità il paese fu feudo dei Caccianini (famiglia di origine lombarda) di cui il membro principale fu Felice Saverio Caccianini che fu consigliere di Intendenza sotto il governo borbonico. Nel 1809 la popolazione arrivò a 1281 abitanti e nel 1901 si arrivò a 1954 abitanti.