Fara San Martino

Descrizione

Le prime notizie relative all'abitato di Fara San Martino sono rintracciabili nel IX e nel X secolo, periodo in cui il territorio fu colonizzato dai monaci benedettini. Venne infatti documentata l'esistenza dell'abbazia di San Martino in Valle, eretta per atto di liberazione dal conte di Chieti Credindeo. La stessa abbazia fu poi confermata da papa Onorio III nel 1044 [la data o il papa è sbagliato].
Nel 1065 i Conti di Sangro Borrello di Borrello e suo figlio Borrello Infante donano al Vescovo teatino Attone, allora Signore di Chieti, la Chiesa di S. Martino con le sue appartenenze. Nelle Rationes Decimarum Italiae, risalenti al XIV secolo, si prese in considerazione la chiesa di S. Remidii in Fara per le decime del periodo fra il 1324 e il 1325.
Dopo vari secoli in cui il dominio della città fu in mano agli abati, in seguito al suo decadimento l'abbazia fu soppressa e unita al Capitolo Vaticano per opera di papa Niccolò V, nel XV secolo. Il paese divenne quindi feudo dei Valignani di Chieti, che lo vendettero a Melchiorre Reviglione nel 1584 in cambio di 4.000 ducati. Le principali testimonianze del passato sono rappresentate dai vari frammenti architettonici e scultorei del portale duecentesco e degli affreschi trecenteschi rinvenuti nell'abbazia di San Martino, oltre che da una tela del XVII secolo realizzata da Tanzio da Varallo, conservata nella chiesa parrocchiale.

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