Mario Raimo

Suono fin da dal’età di 5-6 anni e dopo anni di scuola privata mi sono iscritto al conservatorio all’indirizzo di Pianoforte Classico. Un percorso lungo, il mio, avendo deciso di riniziare dal preaccademico, pur essendo già al triennio, per poter finalmente essere seguito in maniera costante e coerente dalla mia insegnante, la Maestra Bernardette Tripodi, e per poter apprendere al meglio la tecnica pianistica della scuola del Maestro Vincenzo Vitale. La mia attività compositiva inizia nel 2016, con la pubblicazione del mio primo album, “Makana”, un album intimo e spontaneo in cui ho dato per la prima volta voce alla mia dimensione sonora. Segue poi, nel 2020, il mio secondo album “Landscapes”, un album descrittivo, più maturo, in cui ho cercato di dar forma alle immagini che hanno riempito i miei occhi durante un viaggio che ho compiuto. Ed eccoci qui nel 2023, con i primi due singoli del mio terzo album che uscirà questa primavera, intitolato “Hometown”. La struttura compositiva si articola e in esso ci saranno anche due brani in cui verranno coinvolti violino e violoncello. Il filo conduttore? Cercare di racchiudere in musica tutto ciò che ci “fa sentire a casa”. La mia dimensione sonora si fonda sul minimalismo e post-minimalismo musicale. I miei autori di riferimento sono Philip Glass, John Cage, Erik Satie, Arvo Part, Alessandra Celletti, Reich etc. Per questa stagione concertistica estiva, oltre al repertorio delle mie composizioni, sto preparando due concerti uno che prevede l'esecuzione dei primi dieci studi di Philip Glass, di cui ho pubblicato una registrazione a Gennaio, ed un altro che vedo l'esplorazione delle musiche di Gurdjieff, un viaggio nella dimensione sacra e minimalistica di questo autore che amo.